La passeggiata italiana
Stavo riflettendo sulle mie abitudini e come il Paese in cui vivo ha influenzato il mio carattere. Abito negli Stati Uniti, stato che valorizza l’efficienza, la convenienza e l’individualismo; tuttavia, quando ho iniziato a studiare l’italiano ho scoperto l’espressione: fare una passeggiata. Stavo pensando al mio rapporto con questo concetto: camminavo a scuola, a lavoro quando non avevo una macchina o nei supermercati per fare la spesa. Scarsamente nella vita ho camminato semplicemente per il piacere o per la compagnia degli altri.
Nella cultura americana solitamente equipariamo il camminare allo sforzo fisico per perdere peso, qualcosa che facciamo per uno scopo, camminiamo verso una destinazione. L’atto di camminare spesso non è un evento sociale o collettivo, non è un aspetto molto importante nella vita quotidiana degli statunitensi in confronto all’Italia. Nell'era dell’individualismo, potete vedere la gente nei bar americani con i loro computer che lavorano con un caffè in mano, gli uomini con i loro libri che studiano per gli esami o la gente di fretta che ordina nei drive thru di Starbucks. Invece, in Italia c'è una diversa prospettiva dello scopo del caffè, non è semplicemente per bere, ma un'occasione per socializzare. Raramente si vede qualcuno in Italia che beve da solo al tavolo o in macchina verso lavoro o va nei bar per studiare. Quando sono andato in Italia la prima cosa che mi ha colpito era il valore sull’interazione con gli altri nei diversi contesti.
Normalmente quando pensiamo alla passeggiata si è propensi a ritenere principalmente la passeggiata come una cosa solitaria e contemplativa come nella scuola peripatetica di Aristotele e la sua tradizione. Al contrario, nella passeggiata italiana c'è in aggiunta un’enfasi al mantenimento di legami sociali, per vedere ed essere visto.